A PROPOSITO DELL’ATTIVO REGIONALE DEL PUBBLICO IMPIEGO USB IN VENETO

 

Comunicato di Unire le lotte – Area Classista Usb

 

Fase congressuale Usb nel caos in Veneto: attivo regionale del pubblico impiego censurato e non riconosciuto dall’esecutivo nazionale Usb, e congresso di confederazione disdetto a meno di 12 ore dalla sua convocazione via sms e con scuse risibili. Adl Cobas di Padova, che fa capo ai centri sociali del Nord Est, tiene in scacco la costruzione di Usb in Veneto.

Ma andiamo con ordine.
Il 14 gennaio 2011 si è tenuto a Mestre l’attivo regionale USB del Pubblico Impiego appositamente convocato, con nota trasmessa a tutti i delegati del Veneto. L’attivo, quindi, era assolutamente legittimo in quanto formalmente convocato con la nota allegata (vedi allegato 1). Erano presenti fin dall’inizio dell’incontro più di venti delegati provenienti da cinque province venete, su sette, e rappresentativi della maggioranza dei comparti del pubblico impiego (sanità, enti locali, ministeri, Inps, Agenzie Fiscali). Vale la pena di precisare che, in Veneto, il maggior numero di iscritti e di voti alle RSU li detiene la federazione di Vicenza. Quando è iniziato l’attivo era presente Paola Palmieri -responsabile nazionale del Pubblico Impiego- che ha subito messo in chiaro che si sarebbe parlato della situazione del Pubblico Impiego (primo punto della convocazione) ma che non si sarebbe votato nessun coordinamento. Per giustificare questo colpo di spugna, la Palmieri non è nemmeno riuscita a pensare ad una motivazione credibile per annullare l’attivo. Infatti in un primo momento ha riferito ai presenti, giustamente infastiditi da questa prevaricazione antidemocratica, che il motivo era l’assenza di Raniero (esecutivo nazionale Usb). Al rifiuto dei presenti di considerarlo un motivo valido, ha quindi detto che era perché mancavano i rappresentanti di Padova e Venezia. Anche questa giustificazione non era sostenibile visto che erano presenti delegati di tutte le province ove Usb ha sedi, comprese Padova e Venezia. L’assemblea dei delegati non era per nulla convinta dalle risibili argomentazioni della Palmieri (“manca Raniero, Raniero ha costruito il sindacato”, ecc) né si è lasciata intimidire dalle invettive di Antonini, responsabile Usb Privato Venezia. Con serietà i delegati presenti hanno rifiutato di essere trattati da “burattini” e hanno portato a termine la riunione per la quale erano stati convocati, discutendo e approvando in modo democratico e con voto palese (e con firma autografa sotto i punti votati) i due o.d.g. riportati nel verbale allegato (allegato 2):
Tale verbale è stato pubblicato nel sito ufficiale del nostro sindacato Usb Federazione del Veneto. Successivamente però è stato oscurato direttamente dall’Esecutivo nazionale, così come sono stati tolti alcuni volantini sindacali Usb, in particolare quelli che si appellavano e aderivano allo sciopero generale del 28 gennaio, trasmessi non solo da Vicenza ma anche da Verona (i delegati dell’Inps di Trento e Verona, ad esempio, hanno pubblicamente aderito allo sciopero del 28 gennaio). Tutto questo caos ha provocato l’eclatante autosospensione del webmaster Usb del Veneto, il quale, in una nota resa pubblica, ha comunicato ai responsabili nazionali Usb la sua autosospensione dall’incarico di gestore del sito Veneto, e ha denunciato: “La situazione creatasi in Veneto NON è stata affrontata e quindi NON è stata risolta. Il tutto ha permesso di creare e di diffondere tensioni tra le varie strutture regionali che con il tempo peggiorano e null'altro”. Successivamente, il 1 febbraio, Massimo Betti, per l’esecutivo nazionale Usb pubblico impiego, ha inviato a tutte le strutture del Veneto questo comunicato:
A tutte le strutture p.i. del Veneto
In merito agli avvenimenti di Mestre del 14 gennaio scorso che hanno coinvolto a vario titolo diversi delegati di strutture di p.i. impedendo lo svolgimento del previsto attivo regionale, siamo a precisare che:

- i documenti "approvati" successivamente da alcuni delegati che sono poi stati strumentalmente pubblicizzati utilizzando gli strumenti in capo all'organizzazione, non hanno, a norma di statuto, alcun valore ed efficacia.

- Ad oggi, in Veneto, non esiste alcun organismo regionale che a norma di statuto rappresenti la USB pubblico impiego.

- Sarà' compito dell'esecutivo nazionale p.i. in accordo con i responsabili delle federazioni provinciali del Veneto, avviare un percorso che nel rispetto dello statuto porti nei tempi necessari alla elezione del coordinamento regionale p.i.

Roma 01/02/2011 P. Esecutivo Nazionale Pubblico Impiego Massimo Betti

 L’esecutivo nazionale Usb, quindi, a fronte di una legittima e democratica discussione e deliberazione, sancita con un voto a larghissima maggioranza dai delegati del pubblico impiego del Veneto, ha reagito a distanza di quindici giorni con un comunicato in cui mette nero su bianco la propria distanza dalla base! Come la Palmieri, però, anche Betti nella sua nota non spiega quali siano gli “avvenimenti” che avrebbero impedito lo svolgimento dell’attivo regionale. Evidentemente si riferisce alla riunione che ha preceduto l’attivo e alla quale hanno partecipato Antonini di Usb Venezia, Giacon, Pieretti e Boetto di Padova (ex Adl; tra l’altro non si capisce cosa c’entrasse Boetto con il pubblico impiego, visto che rappresenta il privato!), Martelletto di Usb Vicenza e Paola Palmieri per il nazionale. Il pranzo, che evidentemente doveva già decidere tutto, non è andato come doveva. Infatti, Martelletto (che sostituiva Raniero malato) si è permesso, su preciso mandato dei delegati del pubblico impiego di Vicenza, di chiedere perché i padovani ex Adl continuano a versare le quote sindacali in un conto corrente diverso da quello di Usb. In pratica si è voluto chiedere ai vertici nazionali e locali come mai agli ex Adl era permesso di trasformarsi in Usb continuando a trattenere i soldi a livello locale, in totale violazione con quanto prescritto dallo statuto e dalle note inviate a tutte le federazioni proprio da Paola Palmieri. Come secondo punto Martelletto avanzava la richiesta, su mandato dei delegati di Vicenza, di un coordinamento regionale del pubblico impiego allargato ad almeno venticinque-trenta delegati. Cosa questa che si scontrava con la volontà degli altri di un coordinamento ridotto ad una decina di persone. Noi riteniamo siano queste le motivazioni per le quali i rappresentanti nazionali hanno cercato di impedire in tutti i modi lo svolgimento dell’attivo del Pubblico Impiego a Mestre e, successivamente, di censurarne l’esito con l’invio della nota a firma di Massimo Betti. Così facendo appare che all’Esecutivo nazionale stia a cuore, più che la vigilanza sul rispetto delle regole da parte di tutti e la discussione democratica, la copertura di organizzazioni politiche come quella dei centri sociali di Padova (facenti capo all’ex Adl Cobas).

Ma l’aspetto centrale è un altro.

L’attivo di Mestre ha votato a larghissima maggioranza (due contrari e un astenuto) un ordine del giorno che chiedeva al nazionale la proclamazione dello sciopero generale per il giorno 28 gennaio (in contemporanea allo sciopero Fiom, al quale avevano già aderito varie sigle del sindacalismo di base, studenti e insegnanti); i delegati sono rimasti basiti ad ascoltare Paola Palmieri che invece spiegava che USB stava preparando una proposta di legge sulla detassazione dei redditi e che si voleva costruire lo sciopero generale per fine febbraio (senza spiegare con chi si sarebbe costruito e indetto). Le censure e gli interventi antidemocratici dell’Esecutivo nazionale non si sono limitati solo a questi fatti. Anche il congresso di ritorno della confederazione Usb del Veneto, convocato sempre a Mestre per la mattina del 15 gennaio, è stato annullato a meno di 12 ore dal suo di inizio, con uno sterile sms da parte di Antonini che riportava, come scuse, solo motivazioni banali e di tipo logistico. Di fatto in Veneto la fase congressuale Usb si è arenata proprio a causa di un piccolo sindacato, l’Adl di Padova, che fa capo ai centri sociali del nord est, che per questioni di bottega non esita a scavalcare ogni regola che invece gli altri attivisti di Usb sono tenuti a rispettare! E’ da qui che il Nazionale deve ripartire, non censurando la base, ma rispondendo ai delegati del Veneto, che numerosi hanno partecipato all’attivo di Mestre pretendendo chiarezza, trasparenza, democrazia e rispetto delle regole da parte di tutti.

 

 

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